Gli stadi perdono il pubblico, l'Italia perde Federico Chiesa

di Mauro Grimaldi

Ultima di campionato con gli stadi pieni. La telefonata di Draghi a Gravina ha prodotto gli effetti desiderati (dal Governo). Le prossime due giornate si giocheranno con una capienza massima di 5 mila spettatori. In ogni caso, se il contagio continua a viaggiare su questi livelli vedo complicato che tutto possa tornare alla normalità entro febbraio e secondo me non conviene a nessuno tirare la corda. Chiaramente il tema è salvare il campionato, nel senso di finirlo, anche se quest’altro mezzo stop rischia di far crollare molti dei bilanci già fragili di molti club. Né si può parlare di ristori da parte dello Stato. Non stiamo parlando di bar o ristoranti. Qui ballano milioni. Forse una leva potrebbe essere quella dei ristorni fiscali, un sensibile abbattimento sulle imposte del prossimo semestre ma è più facile a dirsi che a farsi. Molti parlano di campionato falsato. Forse esagerano. Sicuramente confuso, tra rinvii e interventi delle ASL. Martedì, nell’incontro Stato-Regioni, presenti anche i vertici dello sport italiano, si parlerà anche di questo, in particolare di individuare un protocollo che definisca, una volta per tutte, le competenze. Insomma, i problemi sono tanti, troppi per un settore già in crisi.
Forse per questo Lorenzo Insigne ha deciso di cambiare aria e andarsene in Canada, chiaramente stimolato da un contratto faraonico. Come si fa a dargli torto? Ormai il cuore, la passione, l’attaccamento alla maglia appartengono al mondo delle favole e per uno (quasi) a fine carriera è un’occasione unica e d’oro. Comunque tanti applausi per lui da parte dei tifosi al “Maradona”.

Adesso cerchiamo di rimettere insieme i cocci di queste ultime 2 giornate che tra rinvii vari hanno creato l’ennesima confusione in classifica. Non è che sia cambiato molto. Partiamo dal basso, dove la lettura è più semplice. Salernitana a parte, sconfitta dal Covid ma vincente con il Verona, abbiamo assistito ad una sorta di miracolo – mi riferisco alla scorsa giornata, quella della Befana – con il Cagliari che è andato a vincere, inaspettatamente, con la Samp. I 3 punti arrivano come la manna se non altro per sperare di attaccare ancora il quarto posto. A ruota c’è il Genoa che dopo il pareggio a Reggio con il Sassuolo ha affrontato lo scontro diretto con lo Spezia (già sconfitto in casa da un Verona decimato dal virus). Ebbene, il derby ligure aveva vari motivi di interesse per tutte e due le formazioni, ma in particolare era una opportunità unica per il Genoa. Va da sé che la sconfitta casalinga con lo Spezia complica maledettamente le cose e mette in seria crisi anche Šhev?henko, che da quando è arrivato ha portato poco e niente in casa genoana. Alla fine la società sarà costretta a richiamare il sempre verde Ballardini che di miracoli è esperto ma adesso i punti dal quartultimo posto sono 6.  

Nel mondo di mezzo crollo dell’Empoli che rimedia 5 gol in casa dal Sassuolo. Un po’ troppi per una squadra che fino ad oggi aveva fatto vedere buone cose, non ultima il 3-3 a Roma con la Lazio. Comunque sono appaiate in classifica e viaggiano in mari tranquilli. Un occhio a Scamacca – secondo me per lui un grande futuro – destinato ad un club importante, ma bisognerà lavorare molto sulla testa del ragazzo.

Vediamo cosa è successo ai piani alti iniziando da Inter-Lazio, un ritorno al passato per Simone Inzaghi. Vincono i nerazzurri 2-1 dimostrando di essere, anche nel 2022, la squadra da battere (e pensare che l’unica sconfitta l’anno rimediata con i biancocelesti all’andata) e consolida il primato in classifica. Non sembrano in molte a poter reggere il passo dell’Inter.
Forse il Milan, che ha iniziato l’anno alla grande con 2 vittorie (Roma e Venezia), 6 gol fatti, 1 subìto. Tra l’altro i rossoneri giocano bene e sembrano non aver voglia di mollare. Idem il Napoli, che dopo il pareggio di Torino con la Juve (un po’ stretto ai partenopei) supera in casa la Sampdoria con un gol del buon Petagna, sempre ai margini dei grandi campioni ma sempre decisivo. Diciamo un panchinaro di lusso.
Straripa l’Atalanta: 2-6 a Udine e consolida il 4° posto. Polemiche da parte dei friulani costretti a scendere in campo a ranghi ridotti, anche loro falcidiati dal Covid. Magari avrebbero perso ma si sarebbero risparmiati la figuraccia.
Poi c’era Roma-Juventus, la partita. È vero che, guardando la classifica, non è stata la partita di vertice a cui siamo abituati, ma era pur sempre Roma-Juventus, e i 7 gol lo hanno dimostrato. Ha vinto la Juve (senza rigori) che ha saputo rimontare lo svantaggio da 3-1 al 3-4 finale (con un rigore sbagliato/parato ai giallorossi all’82’). Certo che incassare 3 gol in 7 minuti se non è un record (negativo) poco ci manca. Magari un po’ di tempo lo impiegherei a registrare la difesa perché 7 gol in 2 partite non sono tanti, sono di più. Credo che anche quest’anno i tifosi giallorossi, nonostante Josè Mourinho, si dovranno rassegnare e sperare ancora di conquistare un posto in Conference League, ma a questo punto vedo complicato anche questo obiettivo.

Ultima nota sull’infortunio di Federico Chiesa: lesione al crociato anteriore del ginocchio destro. Da valutare ancora i tempi di recupero (prevedibilmente lunghi), ma la fine di marzo è vicina e la Nazionale, senza di lui, perde una pedina importantissima per recuperare una qualificazione che aveva già in tasca.



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